NASCITA DI UNA STORIA

 


 


NASCITA DI UNA STORIA A FUMETTI

Zio Paperone e l’odissea della N°1

testi di Antonella Pandini disegni di Guido Scala

Ogni storia a fumetti nasce dalla collaborazione di due persone, lo sceneggiatore e il disegnatore, che danno luogo ad un’opera nella quale l’ideazione, lo sviluppo della trama e i disegni si fondono insieme.
Ogni storia nasce in modo diverso: a volte per caso, a volte da un fatto che ci ha colpito, da un libro letto.
Non esiste una vera e propria "ricetta" per inventare una storia. Scrivere un buon soggetto, una trama articolata, é di solito il percorso più lungo e difficile.
Questa storia è nata dal libro "La ballata del vecchio marinaio", che appassionava sia me che Guido Scala per la bellezza e l’intensità del racconto.
Naturalmente non era possibile trasporre il testo così com’era in versione Disney: è stato quindi necessario un lungo lavoro sul soggetto, cioè sull’ideazione della storia e sulla "trama" vera e propria.
Era importante che la storia non risultasse troppo cupa, ma nello stesso tempo riuscisse a trasmettere magia, mistero e il fascino del mare.
Per quanto riguarda il soggetto e la sceneggiatura, ho cercato quindi di inventare una vicenda che mi consentisse di far muovere i personaggi in un mondo fuori dallo spazio e dal tempo Disneyani, inventando il "trucco" del salto spazio-temporale, proiettando tutto in un ambiente magico.
L’introduzione della "spalla" Paperoga è servita inoltre a rendere la storia meno drammatica, arricchendola di gags e di pause narrative pensate per far sorridere il lettore.
Gli stessi dialoghi- le filastrocche e i balloons in rima- sono stati scritti in modo da dare all’atmosfera un alone di mistero e poeticità.
I disegni sono fortemente evocativi, ricchi di sfumature e particolari, proprio per permettere al lettore di immergersi in questo mondo magico e fiabesco.
Sono disegni che hanno lo scopo di far sognare, di andare oltre la pagina del fumetto, stimolando la fantasia e la sensibilità.



Soggetto della storia
La storia inizia con Amelia sul Vesuvio, con in mano la Numero Uno. È una notte d'eclissi di luna. Amelia sta per fare l'incantesimo che la renderà immensamente ricca.
Il pentolone è appeso sull'orlo del cratere, ma non é ancora stato calato. Amelia incomincia a pronunciare le parole dell'incantesimo. La luna è ridotta ad un piccolo spicchio. Mentre Amelia sta pronunciando le parole magiche, arriva Paperone in elicottero, si tuffa a capofitto su Amelia.
Amelia viene colta di sorpresa, c'è una lotta tra i due. Paperone cerca di tirare a sé il calderone, Amelia ha il sopravvento e lo cala dentro al cratere. In quell'istante cala il buio.
La luna si é eclissata.
Paperone si ritrova improvvisamente dentro ad una montagna cava.
Il Monte Supremo é una montagna dall'aspetto tenebroso e spettrale, circondata da nubi e corvi.
Di fronte a Paperone, seduto ad una scrivania, un mostriciattolo repellente, con aria distinta e disinvolta, dà il benvenuto a Paperone. Gli spiega che erano almeno cinquemila anni che non vedeva nessuno. Ma dove si trova?
All'interno del Monte supremo, per affrontare la grande prova. Il mostriciattolo, digitando ad un computer, controlla l'identità di Paperone e gli spiega cos'è successo.
Paperone ha interrotto l'incantesimo, che può avvenire solo alla luce della luna. Ha perciò diritto alla Prova del Monte Supremo.
Amelia farà lì il suo sabba, in cima al monte, dove l'attende la monetina. Se Paperone riuscirà ad arrivare fino in cima prima del calare del sole,prima che un raggio di luna illumini il calderone magico, allora la Numero Uno sarà di nuovo sua.
Il mostriciattolo avverte Paperone che se vuole può ritirarsi, rinunciando alla Numero Uno... ma Paperone ovviamente rifiuta. Il mostriciattolo gli comunica inoltre che, per favorirlo, gli é stato concesso un aiutante.
Si tratta di Paperoga.
Paperoga si guarda intorno divertito e ammirato, pensando si tratti di un nuovo mega parco dei divertimenti...anche se non capisce bene come ha fatto ad entrare.
Partenza della coppia. Il mostriciattolo consegna loro una piantina. Paperoga si entusiasma subito e trova la strada giusta per uscire dalla grotta in cui si trovano.
La grotta sfocia in una specie di piccolo mare interno, che circonda un picco scosceso e scuro, lungo il quale corre tutt'intorno un sentierino strettissimo e velato a tratti da nubi.
Amelia è in alto, sopra al picco.
Un gruppo di streghe dall'aspetto raccapricciante, ma al tempo stesso buffo, accoglie Paperone e Paperoga, tentando di convincerli a non proseguire. Paperoga, invece di farsi intimorire, dice che è abituato a ben altri trucchi speciali nel castello delle streghe del Luna Park. Paperone guarda preoccupato la cima del picco, dove si intravvede Amelia.
Una barca a remi é ferma vicino alla riva.
Paperone e Paperoga salgono. Il mare, da calmo che era, diventa improvvisamente agitato. Si scatena una vera tempesta, degna delle immagini della "Ballata del vecchio marinaio" di Coleridge. Appare un veliero carico di spettri,che cerca di spaventare Paperone, mostrandogli il suo futuro.
In queste immagini non ci sono però scheletri, o figure della morte: dato che è Paperone colui che vogliono spaventare, cercheranno di far leva su immagini di depositi di denaro vuoti, di Paperoni ridotti sul lastrico, di Amelie ricchissime e via dicendo.
Mentre Paperone guarda queste immagini spaventato, Paperoga si diverte un mondo, facendo commenti sulla novità degli effetti speciali e sul realismo del gioco.
Riescono a superare la bufera e arrivano a riva. Qui li attende la scalata del picco.
Il primo ostacolo che trovano sono una serie di spiriti della cupidigia, avidi esseri piuttosto bruttini che mangiano monete e portano forzieri colmi di ricchezze, che minacciano Paperone, dicendogli che tra breve tutte le sue ricchezze saranno in mano loro. Paperoga suggerisce ai mostriciattoli ricette strepitose per cucinare piatti di monete. Fanno amicizia e i mostriciattoli li fanno andare, accompagnandoli per un tratto.
Prosegue la scalata.
Il percorso é faticoso e difficile e sotto di loro si spalanca il baratro del mare in tempesta.
Improvvisamente Paperone vede davanti a sé la Numero Uno e cerca di afferrarla, ma questa svanisce, è un'illusione e Paperone rischia di precipitare. È Paperoga a salvare Paperone, impedendogli di precipitare nel vuoto, afferrandolo per un piede all'ultimo istante. Ad un Paperone terrorizzato, che si infuria perché Paperoga non è arrivato subito a soccorrerlo, Paperoga risponde tranquillo, dicendo che così il gioco é più divertente...
Risate sinistre accompagnano questo scherzetto.
Il giochetto si ripete più volte: una serie di Numero Uno inafferrabili circonda Paperone, cercando di fargli perdere l'orientamento.
Occhi di streghe e spiriti burloni si intravvedono luccicanti tra i vapori della montagna.
Il monte è cavo e Paperone vede i raggi del sole che si fanno più tenui. Il tempo a disposizione è poco.
Sono a metà del percorso.
Improvvisamente le nubi si diradano e si presenta loro uno spettacolo d'incomparabile bellezza: le pareti del picco sono tempestate di rubini, zaffiri, diamanti e ogni sorta di pietre preziose. Sono veri, non sono visioni. Paperone li tocca, per sincerarsene. È abbagliato. Non resiste alla tentazione di fermarsi e raccoglierne un po', mettendoli nella tuba. Poi fa per proseguire, ma di fronte a lui compare una cascata di perle.
Anche qui si ferma e le raccoglie. Mentre Paperone fa questo, Paperoga è invece attratto da una cascata di succo di frutta e da coni gelato che spuntano dal terreno come funghi. Paperoga si ferma golosissimo a mangiare.
Un'ombra scura li avvolge. Guardano in alto e si accorgono di aver perso tempo prezioso, di essere caduti nel tranello. Il sole sta cominciando a tramontare.
Paperone si precipita verso l'alto, seguito da Paperoga. Corre a perdifiato, accompagnato da spiriti che lo deridono e gli dicono che ormai ha perso.
Paperone arriva in cima proprio quando Amelia, trionfante, sta guardando il primo raggio di luna che sta per illuminare il calderone.
Paperone si tuffa ,la sua sagoma nasconde il calderone ai raggi della luna. La luna illumina Paperone, ma la Numero Uno rimane sotto di lui.
Paperone ha vinto. Si sente un urlo agghiacciante di Amelia e Paperone si ritrova di colpo in interno deposito, con la Numero Uno in mano.
Si guarda intorno, stupito. Gli viene quasi il dubbio di aver sognato tutto; ma dalla sua tasca rotolerà fuori una piccola perla...
E Paperoga? Lo troviamo ancora all'interno del Monte Supremo, davanti al mostriciattolo-segretario,mentre gli spiega che si é divertito un mondo e che vuole fare un altro giro.
                                                          

                                                                FINE



Alcuni esempi di tavole di sceneggiatura

TAV.1^

1/2/3/4/5/6 Sestupla
È una lotte d'eclissi di luna. Siamo sul Vesuvio.
Appeso sull'orlo del cratere ad uno spuntone di roccia, il fatidico calderone di Amelia. Il calderone si trova proprio sul bordo, non è ancora stato calato. Dentro ci sono tutte le varie monete portafortuna, tranne la Numero Uno, che Amelia tiene in una mano.
Amelia è in piedi davanti al calderone. Ha entrambe le braccia sollevate. I bagliori del vulcano le illuminano il viso in modo sinistro. È molto buio, perché la luna è ormai ridotta ad un piccolissimo spicchio.
C'è un'atmosfera di grande e immensa magia, quasi come se il tempo si fosse fermato e tutte le forze della natura e gli spiriti fossero in attesa.
Amelia ha un'espressione trionfante.
Intorno al cratere, la scritta PROLOGO.
La luce dell'ultimo spicchio di luna si riflette sulla Numero Uno.

AMELIA: O notte oscura ! O Eclissi di luna,
tu mi porterai immensa fortuna!

TAV.2^

1/ Piano ravvicinato di di Amelia, che fa cadere nel pentolone la Numero uno.

DLING
AMELIA: Ora è mia la moneta più importante,
ora la trasformerò in un istante!

2/3/4/5/6 Quintupla
Ora siamo in pieno incantesimo. La luna è rimpicciolita ulteriormente. I vapori del Vesuvio hanno assunto le forme di spiriti mostruosi, ma allo stesso tempo talmente brutti da non fare paura.Dal cielo alle spalle di Amelia, sopra di lei, sta scendendo in picchiata un elicottero con a bordo Paperone. Lo si vede affacciato allo sportello aperto, pronto a buttarsi giù.
Il calderone con tutte le monete è sempre sul bordo del cratere, pronto per essere calato.

AMELIA: Guardate, spiriti! Questa è la danza,
Mio alfin l'incantesimo dell'abbond...

VLAT