CIAO AMICI
 

A sei anni aveva già tutto il mondo in testa.

Il mondo nel senso vero della parola: Australia, Bangladesh, Svezia, Italia, India.... Paesi e bandiere si susseguivano nella sua mente uno dopo l’altro, in uno sventolio di colori e di lingue.

Le bandiere lo affascinavano in modo particolare: ognuna aveva un significato preciso, un messaggio speciale e Bruno voleva scoprirlo. Aveva un libro con tutte le bandiere del mondo e l’aveva già letto e riletto almeno cinque volte.

Volevi sapere che lingua si parlava in Micronesia? Qual era la loro bandiera? Bastava chiederlo a Bruno.

Naturalmente sapeva anche dove si trovava ogni Paese.

Aveva una cartina geografica del mondo appesa sopra al suo letto e si divertiva ad immaginare come vivono i bambini in Madagascar o in Nuova Zelanda.

-Chissà cosa fanno?- si chiedeva.

-Chissà com’è la loro casa? La loro scuola? Mangiano brioche o riso? Ciliegie o purè?

Bruno era molto curioso. Fu così che si accorse un giorno di un piccolo puntino sulla carta geografica, che fino ad allora non aveva notato.

Era in alto, a cavallo tra l’Italia e la Svizzera.

Accanto al puntino c’era scritto, con lettere un po’ tremolanti, "Topilandia".

Bruno non aveva mai sentito nominare quel Paese.

Cercò sul suo libro di bandiere, ma quel nome non c’era.

- Com’è possibile?- disse tra sé ad alta voce.

- Perché non abbiamo ancora una bandiera, ecco perché!- rispose una voce.

Bruno si guardò intorno, ma non vide nessuno.

- Certo, se un esperto ci aiutasse....- continuò il misterioso visitatore, mettendosi proprio davanti a Bruno.

Era un piccolo topolino marrone con le macchie grigie. Teneva in una zampa una bandiera bianca.

- Sai cosa significa questa bandiera?- chiese il topo a Bruno.

Bruno, ancora stupito per l’apparizione del topo, rispose un po’ dubbioso:- Be’...é la bandiera di pace. Di solito la usano in guerra per dire "Non sparate! Ci arrendiamo!"

Non aveva neanche avuto il tempo di chiedere chi fosse e cosa ci facesse sul suo letto quel topino. La situazione era piuttosto insolita.

Il topo non gli lasciò il tempo di dire altro.

- NO! questa non é quel tipo di bandiera! È bianca perché é vuota! Non c’è disegnato niente!- sbraitò il topolino.

Poi, vista la faccia stupita di Bruno, cominciò a spiegare.

Lui -il topo- si chiamava Nick e veniva appunto da Topilandia.

- Dove si trova Topilandia?- chiese Bruno curioso.

- Oh, si trova un po’ ovunque, ma la sua sede è a qualche isolato da qui, sotto il grattacielo Pikos. Hai presente quello altissimo, con le vetrate a specchio?

Bruno fece segno di sì.

- A noi topi piacciono molto gli specchi e le cose che luccicano. Sono posti davvero chic. Guarda, ti ho portato delle foto. Tu sei troppo grande per passare dai buchi nei muri, o nelle fessure dei pavimenti. Al limite potresti mettere un occhio nell’apertura, ma non vedresti granché. Il bello é tutto dentro, tra un muro e l’altro, tra un piano e l’altro - continuò Nick, tirando fuori alcune fotografie.


Una riproduceva una lunga stanza con pareti gialle e un lungo tavolo al centro, fatto con stecchini di ghiaccioli. C’erano anche dodici piccole seggiole, fatte con gusci di noce.

- Questa é la nostra stanza delle riunioni- disse Nick orgoglioso.

- Qui, una volta al mese, si riuniscono i rappresentanti di tutto il mondo di Topilandia.

Bruno osservò poi un’altra foto, che riproduceva una vera e propria cucina con tavoli, pentole, piatti e ogni sorta di barattoli e scatolette. Un topo-cuoco, con grembiulone e cappello, sorrideva in primo piano, mostrando una torta al formaggio.


Bruno osservava affascinato quel mondo in miniatura, mentre Nick gli descriveva le altre stanze e le usanze di Topilandia.

Ancora però Bruno non capiva cosa volesse il topo da lui. Era evidente che non era venuto fin lì per nulla. Doveva esserci un motivo.

- Abbiamo bisogno di una bandiera!- dichiarò improvvisamente Nick.

- Tu sei un esperto in materia, quindi abbiamo deciso che sarai tu a fare la nostra bandiera - continuò il topo.

Bruno era esterrefatto. Una bandiera per topi? Non ne aveva mai viste e non sapeva nulla.

- Sono sicuro che farai un ottimo lavoro- concluse Nick, mettendo in mano a Bruno la bandiera bianca e spiccando un balzo giù dal letto.

Un momento dopo era già scomparso. Bruno rimase immobile, chiedendosi se aveva sognato tutto. La bandiera bianca però era lì, a dimostrare il contrario.

Be’, gli avevano affidato un compito e lui aveva intenzione di portarlo a termine nel migliore dei modi.

Prima di tutto bisognava decidere i colori. I colori in una bandiera sono molto importanti.

Giallo come il sole e come il groviera. Bianco come la pace e la ricotta. Gli sembravano due colori adatti.

E poi? Bruno cominciò a fare disegni e schizzi su fogli di carta, che riproducevano fette di formaggio, topi, gatti che scappavano, ma nessuno gli sembrava quello giusto.

Occorreva qualcosa di speciale. Ripensò a quanto gli aveva raccontato Nick, al grattacielo con gli specchi ed ebbe un’idea.

Quando il giorno dopo Nick si presentò, Bruno aveva già finito. Gli mostrò orgoglioso la bandiera.

Nick rimase a bocca aperta per lo stupore. La bandiera era tutta bianca, con al centro una gigantesca fetta di groviera giallo. Dai buchi del formaggio spuntava un topolino che assomigliava molto a Nick, ma aveva un pelo grigio argento luccicante, come se fosse stato ricoperto da polvere di stelle. I bordi della bandiera erano un po’ rosicchiati, come si addice ad un Paese di topi.


- È un capolavoro!- disse Nick, entusiasta.

Bruno era molto emozionato.

- Sai, non ero sicuro che ti sarebbe piaciuta... io non...

Nick non gli lasciò il tempo di finire.

- Oh, io lo sapevo benissimo che avresti fatto un ottimo lavoro. Perché tu non solo sei un esperto di bandiere, ma vedi le cose nel modo giusto, col cuore.

Tutto il mondo é importante, tutti i Paesi sono importanti, anche quelli piccoli come il nostro.- continuò Nick.

- È per questo che mi sono permesso di suggerire a dei miei amici di...

La voce del topolino venne interrotta da un frullio, un brusio, un rumoreggiare che proveniva dalla finestra.

Bruno si girò e vide sul balcone un piccione, un passero e un pettirosso che lo guardavano. Dietro di loro venivano in fila indiana una serie di scarafaggi, una lucertola e un millepiedi.

Ognuno di loro teneva tra le zampe una bandiera bianca.

Lo aspettavano altre storie da ascoltare, altri mondi da conoscere.

Altre bandiere da inventare.


FINE

ANTONELLA PANDINI

 

Disegni di Maria Sole Macchia